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Gran brutta cosa rileggere un proprio fumetto ed accorgersi di quanti difetti siano presenti al suo interno. Per non parlare poi del rammarico di dover ammettere quanto il proprio lavoro non sia poi così perfetto, nonostante questo apparisse inevitabilmente un capolavoro non appena terminato.
Cosa vorrei dunque rifare e cambiare del fumetto EVA? Beh, prima di tutto vi sono alcuni disegni che sono stati realizzati in maniera davvero insoddisfacente (e questo non è scusabile solo perché nel fumetto stesso si afferma che il disegnatore non è proprio un Michelangelo della matita).
Per prima cosa: rifarei sicuramente l'orribile matita che compare nella prima vignetta della prima tavola , disegnata e inchiostrata con una svogliatezza ammirevole. Anche le altre due non brillano per la loro particolare genialità di esecuzione, ma questo è niente in confronto alla prima.
Anche la protagonista non mi convince del tutto in alcune vignette, soprattutto quelle relative alla prima tavola.
Mi piace invece l'espressione di Eva nell'ultima vignetta della stessa tavola. Questa inquadratura, però, non mi convince tanto in quanto ha poco a che vedere con le restanti inquadrature della protagonista (sempre "ripresa" integralmente da capo a piedi). Questo primissimo piano, insomma, è troppo diverso dal resto della sceneggiatura.
Voltando pagina e rivolgendo l'attenzione alla seconda tavola, si può notare una sequenza non del tutto riuscita. Mi riferisco al momento in cui la protagonista Eva cambia umore, passando dalle grasse risate iniziali alle lacrime piene di rassegnazione. La realizzazione di tale passaggio, che tanto perfetto mi sembrava quando l'archittettai, dimostra però un bel difetto. Infatti, la sesta vignetta della tavola (in cui Eva smette di ridere e rimane in silenzio per il disagio che inizia a farsi sentire) viene spesso letta attribuendole un significato completamete diverso dai miei propositi: secondo i miei amici, infatti, in questa vignetta Eva si è addormentata!
Nella terza tavola è presente uno dei peggiori disegni della protagonista: mi riferisco alla vignetta in cui Eva dice: "Ora me ne starò buona-buona quì...", vignetta questa realizzata anch'essa avendo sicuramente la testa altrove.
Della quarta tavola non ho grosse critiche da muovere. È infatti la più geometrica delle quattro, nonché la più "studiata" e "pensata" sotto il punto di vista visivo (inoltre, devo ammetterlo, le tre matite che vi ho disegnato mi piacciono :-)
Mi piace invece un pò meno il lettering che ho utilizzato in tutto il fumetto: le righe di testo non sono state strutturate in maniera precisa e accurata, lasciando a volte troppo spazio tra una riga e la sua successiva. In questa occasione ho infatti usato il seguente metodo per il lettering: suddivisione dei baloon in righe da 5 mm che funsero da traccia su cui scrivere a occhio il testo. Attualmente invece il mio lettering è (quasi) sempre definito in maniera rigida. Seguo infatti questa semplice regola che a mio parere conferisce un grazioso senso d'ordine al lettering: una larghezza di 3 mm per ogni riga di testo e intervalli di 2 mm fra due righe successive, senza lasciare nulla "ad occhio".
Si conclude qui la breve panoramica sui difetti presenti all'interno del fumetto Eva. Altro ancora ci sarebbe forse da scrivere in proposito ma per il momento ci fermiamo qui. Come infatti scrisse Tiziano Sclavi in un celebre episodio di Dylan Dog, "e altro non so, o non posso, o non voglio dire..."
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